Dal maggio del 2016 sono stati legalizzati i matrimoni omosessuali in Italia e così, anche persone dello stesso sesso, possono sposarsi con valore legale. Un passaggio rivoluzionario che celebra l’amore in tutte le sue forme e che dà pieni diritti e doveri anche alle coppie omosessuali che decidono di unirsi in matrimonio.
Tuttavia potrebbero sorgere dei dubbi sul protocollo dei matrimoni gay ed in particolare le domande riguardano l’ingresso. Chi entra per primo? Da chi possono farsi accompagnare i futuri coniugi? Quali sono le incombenze alle quali bisogna assolvere?
In realtà leggi vere e proprie non esistono, anzi, ogni coppia è libera di agire come meglio crede. Tuttavia, per avere un’idea, ecco alcuni spunti per scegliere in totale libertà come organizzare un matrimonio gay.
Come costituire l’unione civile: i requisiti
Prima di concentrarci sulle modalità di ingresso dei futuri sposi è opportuno conoscere alcune nozioni burocratiche, magari noiose ma necessarie.
La coppia che desidera unirsi in matrimonio deve essere composta da persone maggiorenni che, qualora fossero già sposate, devono dimostrare di essere divorziate.
Inoltre, se uno dei partner è straniero, è richiesto il nulla osta che deve essere rilasciato dal suo paese d’origine.
Questo purtroppo può rappresentare un problema, poiché non tutti i paesi approvano l’unione tra persone dello stesso sesso e quindi possono anche negare il rilascio del nulla osta.
Un problema che però può essere aggirato con un decreto del 2017 della legge italiana, secondo il quale “il diritto di costituire un’unione civile è una norma di ordine pubblico, che prevale sulle leggi straniere che vietano il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso”.
Questo decreto consente quindi di ottenere comunque il nulla osta e procedere senza problemi all’unione civile.
Le coppie, dopo che l’ufficiale di stato civile ha confermato il nulla osta, hanno fino a 180 giorni di tempo per decidere la data.
Il consiglio quindi è di scegliere con largo anticipo, almeno 9-10 mesi, la data del matrimonio, la sala comunale e la location.
Protocollo dei matrimoni gay: l’ingresso mano nella mano
Passiamo adesso all’ingresso nella location scelta per il matrimonio: chi entra per primo?
In realtà non necessariamente deve entrare prima un partner e poi l’altro, anzi se lo desiderano possono entrare insieme mano nella mano proprio per sottolineare un’unione ancora più forte ed evidenziare la forza del sentimento reciproco.
Una pratica che, in realtà, è sempre più sdoganata anche nei matrimoni tra uomo e donna, soprattutto quelli che già convivono.
L’ingresso con i genitori
I due coniugi possono essere accompagnati dai genitori? Certo ed hanno diverse opzioni per farlo.
In molte delle nozze omosessuali i futuri sposi decidono di farsi accompagnare ciascuno dai rispettivi genitori, magari preceduti da due paggetti che portano le fedi o un cesto di fiori. Una scelta carica di significati che dimostra l’approvazione di tutti i genitori verso la nuova unione dei rispettivi figli.
In alternativa è possibile optare per l’ingresso tradizionale e quindi farsi accompagnare dal padre o dalla madre, a seconda del sesso del futuro coniuge.
In tal caso bisogna scegliere chi dovrà entrare per primo e chi per secondo.
L’ingresso insieme con due navate
Ecco una delle soluzioni più suggestive per celebrare un matrimonio omosessuale: l’ingresso insieme con due navate che possono essere composte dagli archi di fiori, soluzione molto apprezzata e gettonata soprattutto nelle nozze svolte all’aperto. In tal caso bisogna ovviamente valutare se la location consenta di allestire il corridoio d’ingresso con due navate.
I futuri coniugi possono percorrere insieme l’ingresso, magari accompagnati dai genitori, così da incrociare gli sguardi e ritrovarsi insieme sul posto dove si diranno sì ed uniranno le loro vite per sempre.
Infine basta pronunciare le frasi d’amore e scambiarsi le promesse per iniziare una nuova vita insieme da sposati.
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