Il matrimonio in Africa è vissuto in una maniera particolare in quanto non si tratta di un evento che coinvolge solo le vite dei due promessi sposi, ma la comunità intera, in quanto viene visto come un’opportunità sacra di continuazione della stirpe.
Infatti è essenziale che, entrambi i coniugi, non abbiamo alcun problema di fertilità; nonostante la donna abbia una posizione sociale più debole rispetto all’uomo, come in tutte le comunità tribali, con la nascita di un figlio (soprattutto se maschio) acquisisce rispetto e prestigio.
Cosa indossano gli sposi africani
È veramente difficile definire in un unico modo l’abito della sposa africana. Non è come la sposa italiana che ha dei tratti distintivi ma, in Africa, perché ogni nazione ha una storia ed un’identità ben definite, anche – e soprattutto – quando si parla di matrimonio.
Come in tutte le comunità, ciò che incide maggiormente sono sia le differenze di religione che quelle economiche di entrambe le famiglie; ciò che però accomuna tutti è l’importanza della donna che diventa il fulcro principale del matrimonio, rappresentando l’anello forte della catena che legherà le generazioni attuali con quelle del futuro. Infatti in contrapposizione alla poca considerazione della figura femminile, il matrimonio africano, celebra la donna e la sua importanza fondamentale nella costruzione di una nuova famiglia.
A seconda dei paesi in cui viene celebrato il matrimonio, il rito assume declinazioni diverse così come i colori degli abiti.
In Ghana, Rosso, Oro e Verde, i 3 colori della loro bandiera, i 3 colori dell’indipendenza sono i protagonisti nelle decorazioni degli abiti degli sposi; i 3 colori rappresentano anche il sangue, la prosperità e la casa.
In Marocco e Sudan i vestiti sono caratterizzati da ricche decorazioni; sulle rive del Nilo vengono prediletti degli stili più easy, ed essendo nudisti, scelgono degli otufit composti da gonnellino di perline, sandali e piume.
Matrimonio africano: i rituali e le tradizioni
Purtroppo i rituali del matrimonio africano sono talmente affascinanti tanto quanto sono in via d’estinzione. Il matrimonio africano è considerato uno dei più bei regali che un figlio/a possa fare ai propri genitori.
I parenti spesso hanno il ruolo di cupidi: per i propri nipoti o parenti, vanno alla ricerca della donna o dell’uomo adatti che possano convolare a nozze con i loro prediletti; questo comporta che, spesso, vengano celebrati i cosiddetti matrimoni combinati, cioè tra perfetti sconosciuti. In passato, addirittura, i matrimoni venivano combinati fin dall’infanzia, creando le coppie di promessi sposi, ma fortunatamente, anche nelle tribù africane, si è passati dai promessi sposi al periodo di fidanzamento in cui gli sposi imparano a conoscersi.
Il matrimonio africano in chiesa o altri luoghi di culto è considerato un rito complementare che avviene solo dopo quello tradizionale. Lo scambio delle promesse, infatti, deve avvenire in un rito pubblico e definito “matrimonio tradizionale”, che è considerato il più importante in assoluto.
Viene organizzata una grande festa a casa della sposa e alla quale vengono invitati i parenti di entrambi gli sposi.
Quando il rito sta per cominciare, il padre della sposa versa un po’ del vino locale (Mmai ngwo) in un bicchiere; questo bicchiere viene passato alla figlia che ne prenderà un sorso e dovrà passare il bicchiere all’uomo che ha deciso di volere come suo futuro sposo. Questo è il rito per antonomasia conosciuto in ogni tribù africana.
Durante questo rito, però, può anche accadere che la donna, dopo aver bevuto un sorso di vino, decida di non passare il bicchiere all’uomo; cosa accade in questo caso? Che la richiesta di matrimonio venga definitivamente annullata.
L’altra ipotesi è che la donna passi il bicchiere a un altro uomo e, qualora lui accettasse il vino, diventerà il suo futuro sposo.