Stella partenopea dell’haute couture, è il miglior amico delle clienti. È in via dei Mille 1, nel cuore della Napoli chic, che Alessio Visone, virtuoso stilista partenopeo, crea i suoi esclusivi abiti da sposa e di alta moda. Il suo stile è inconfondibile, ricercato, prezioso, a volte sopra le righe, ma mai volgare.
Si era iscritto a medicina per accontentare mammà e faceva il modello, poi ha preferito un corso di taglio e cucito e ha incontrato Antonella Di Pietro, attualmente creative director di Karl Lagerfeld.
Nella lunga lista delle clienti-amiche: una schiera di raffinate donne della Napoli bene, sciure milanesi, parigine, made in Usa e personaggi del calibro di Sabrina Ferilli, Michelle Hunziker, Mara Venier. Tra l’altro è anche art director ed event planner del prestigioso albergo Regina Isabella di Ischia.
AP: Tra i tanti wedding dress realizzati in 28 anni di carriera, il più “famoso” è quello per le terze nozze della Regina dei Cristalli…
AV: “Fiona Swarovski è una cara amica. Una sera, durante una cena mi confidò che stava per risposarsi e voleva un mio abito. In tanti si offrirono di realizzarle la mise, ma scelse me perché colpita da un particolare visto a una sfilata. Per lei ho creato un abito corto in mikado bianco, con cappottino ton sur ton impreziosito da una chiusura-gioiello a farfalla, tempestata ovviamente di cristalli Swarovski.”
AP: La prima cosa che le viene in mente se dico abito da sposa e quale dettaglio non manca nei suoi outfit?
AV: “È un vestito sartoriale unico: rappresenta appieno la donna che lo indosserà e le consente di essere se stessa anche il giorno delle nozze. Immancabile è il velo e il decoro nei confronti dell’altare, un luogo di culto richiede rispetto.”
AP: Da chi o cosa trae ispirazione quando disegna un wedding dress?
AV: “È tutto soggettivo, ma principalmente dalla cliente, dai suoi gusti, da un tema da lei suggerito, dal suo fisico e dalla location delle nozze. A una ragazza che si sposerà in spiaggia, per esempio, difficilmente proporrei un abito con tessuto rigido. Punterei più su qualcosa di impalpabile e fluttuante.”
AP: Quale consiglio darebbe a dei futuri sposi per non organizzare un evento kitsch?
AV: “Stupire a tutti i costi è superato, quindi: abolire ogni stravaganza e puntare sul buon gusto, sulla qualità e su una particolare sensibilità in grado di coinvolgere, anche mentalmente, sia gli sposi che i loro ospiti.”
AP: Passando alle colorate creazioni d’haute couture, ci svela qualche chicca sulla collezione P/E 2014?
AV: “Ho in serbo diverse sorprese, tipo l’utilizzo di un materiale accattivante e naturale, piacerà molto anche agli animalisti… e poi mi sono divertito a rivisitare la fantasia di un vecchio foulard Chanel di mia madre.”
AP: Cosa piace di lei e del suo stile?
AV: “Forse il modo in cui mi pongo. Dopo un primo incontro, dovuto spesso a un passaparola, quasi sempre le clienti diventano anche amiche e si instaura un rapporto confidenziale. Per quanto riguarda lo stile, credo colpisca il fatto che rispetti sempre le persone che mi trovo davanti.”