Don Alfonso Iaccarino: per sedurre lo sposo pasta e dolci

(di Floriana Langella) – Alfonso Iaccarino, chef stellato Michelin, è ambasciatore nel mondo dell’arte culinaria made in Italy. Nasce a Sant’Agata sui due Golfi, nella penisola sorrentina, da una famiglia di albergatori, ma la sua vocazione è la ristorazione. “Quando i cuochi lasciavano la cucina io e mia moglie ci preparavo da soli la cena – racconta – e ci divertivano a inventare nuovi piatti”. Ha viaggiato per cultura e per i piaceri della gola, per ricercare le radici e i costumi dei popoli e scoprire nuovi sapori da introdurre nella sua cucina.
Cosa intende per cucina del cuore, titolo del suo ultimo libro, e qual è il suo piatto del cuore?
Per me è rappresenta da un’infinità di ricordi ed esperienze della mia vita, che racconto attraverso la cucina e utilizzo per raggiungere il cuore delle persone. Il piatto che può definirsi del cuore è il Vesuvio di rigatoni, dedicato a Maria Orsini Natale, scrittrice napoletana scomparsa e alla quale ero molto legato.
Da ambasciatore del made in Italy, quali  caratteristiche la contraddistinguono da altri chef?
La passione per la ricerca e il rispetto della stagionalità della natura. Da questa passione per le materie prime, ho portato avanti due progetti: Le Peracciole, azienda agricola e il laboratorio di ricerca.
Cosa tramanda ai suoi allievi?
L’attenzione al ciclo dei frutti della terra e l’utilizzo di ingredienti genuini, semplici e di altissima qualità. Sono questi gli ingredienti indispensabili per la preparazione di un piatto dal risultato eccellente.
Lei ha girato il mondo e avuto modo di relazionarsi con altre realtà culinarie. Con quale ha creato una cucina fusion? Come potrebbe essere un banchetto nuziale con questa influenza?
Non ho un vera e propria cucina fusion, perché la interpreto con basi della mia terra e influenze di altre. Sono affascinato sia da quella giapponese tradizionale, che quella cinese, ma la cucina alla quale mi sento più legato, è quella del Nord Africa. Mi ritrovo nei profumi delle spezie, ma anche per i legami storici. Un banchetto nuziale in questo stile, lo immagino con una base tradizionale realizzata in chiave moderna, senza però strafare.
Le è mai capitato di dover insegnare a una futura sposa come e cosa cucinare per il futuro marito?
Si, offro un corso con soggetto le paste o la pasticceria, perché sono argomenti culinari molto intriganti e ricchi di colori e profumi.
Ha mai ricevuto richieste particolari da parte degli sposi?
Uno dei matrimoni più particolari che ho realizzato è stato quello di una coppia indiana, con la richiesta di ben 47 portate da realizzare.
Per gli sposi che desiderano ispirarsi alle atmosfere del film Via col vento, quale menù suggerirebbe?
Proporrei un menù ispirandomi ai valori della terra e delle tradizioni, che sono ben rappresentati nel film. Darei spazio alla fantasia amorosa, che in cucina può essere rappresentata dalle pietanze a base di spezie e di aromi accattivanti. Un mélange tra la tradizione e l’esotismo.

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