In un precedente articolo ti abbiamo spiegato cos’è il divorzio e come funziona ma, se vuoi direttamente “cancellare” le tue nozze come se non fossero mai esistite, devi sapere cos’è l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota e come funziona. Si tratta di un evento sicuramente poco gioioso, ma che può purtroppo diventare reale se si verifica qualche problematica molto grave nella coppia.
Analizziamo dunque come funziona il processo di annullamento del matrimonio, quali sono gli step e le condizioni per poterlo richiedere.
Cos’è l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota?
L’annullamento del matrimonio di fatto cancella un matrimonio e tutti i vincoli religiosi tra i due coniugi e viene dichiarato dal Tribunale della Rota Romana.
Il divorzio civile di pone fine ai diritti civili di un matrimonio, che però resta valido agli occhi della Chiesa. Con l’annullamento del matrimonio tramite la Sacra Rota si cancella il matrimonio anche da un punto di vista religioso, come se non fosse mai stato celebrato.
Quando è possibile richiedere l’annullamento?
Per chiedere l’annullamento devono esistere condizioni gravi e dimostrabili, come indicate dal codice di diritto canonico di Papa Francesco introdotto nel 2015. In base alle gravità delle motivazioni è possibile procedere con il processo ordinario o con il processo breve.
Le motivazioni di annullamento che richiedono il processo ordinario sono le seguenti:
- mancata consenso al matrimonio. Un esempio tipico è quando un italiano/a sposa una straniera/o solo per fargli avere la cittadinanza, ma di fatto senza vivere una reale vita di coppia;
- mancato rispetto di una delle 3 finalità essenziali del matrimonio: fedeltà, procreazione e indissolubilità del matrimonio. Esempi tipici sono quelli di una donna che si sposa, consapevole di non voler avere figli, o di un uomo che si sposa con l’intenzione di tradire la partner;
- matrimonio non consumato, cioè quando i coniugi non hanno avuto un rapporto completo;
- violenza. In alcuni casi la donna o l’uomo sono costretti a sposarsi sotto minacci fisica o psicologica;
- impotenza sessuale di uno dei due coniugi;
- errore sulla persona del coniuge. Un caso che si verifica spesso nei matrimoni per procura;
- mammismo: quando uno dei due coniugi non riesce a staccarsi dai genitori, situazione che provoca frizioni e liti frequenti nella coppia.
Per il processo breve sono invece necessarie le seguenti motivazioni:
- recidività di uno dei due partner al tradimento;
- aborto procurato;
- mancanza di fede da parte di uno dei due coniugi;
- abbandono del tetto coniugale;
- sterilità non dichiarata da parte di uno dei due partner;
- paternità o maternità non dichiarata precedente al matrimonio in un’altra relazione;
- trascorsi in carcere da parte di uno dei due partner.
L’iter burocratico per ottenere l’annullamento
In seguito all’annullamento è come se il matrimonio non fosse mai esistito, quindi entrambi i partner possono risposarsi in chiesa.
Inoltre con l’annullamento non sono previsti assegni di mantenimento, per questo motivo è spesso richiesto dalla parte economicamente più forte.
Se ci sono dei figli entrambi i genitori devono provvedere al loro benessere e il tribunale potrebbe imporre un assegno di mantenimento, da destinare però esclusivamente ai figli.
L’annullamento per processo ordinario è quello più lungo: bisogna presentare il libello, cioè la richiesta di annullamento, al tribunale ecclesiastico presente in ogni regione, che valuterà la domanda. Se ritiene che ci siano i presupposti, procederà con l’annullamento del sacramento.
L’annullamento per processo breve richiede un massimo di 30 giorni. La domanda va presentata direttamente al vescovo diocesano che, se ritiene la richiesta legittima, firma il decreto di ammissione e nomina 3 figure: il Giudice Istruttore, il Notaio e il Difensore del Vincolo.
Infine si passa allo step finale dove il Giudice Istruttore convoca le parti, ascolta le loro versioni e poi pubblica gli atti per consentire al Difensore del Vincolo di prendere visione. Infine il fascicolo torna al vescovo che decreta l’annullamento finale.
Oltre ai 525 euro di tassa da pagare per la Sacra Rota, bisogna aggiungere i costi dell’avvocato rotale, che vanno da 1.575 a 2.995 euro, l’IVA e la Cassa di previdenza forense.
Foto: Freepik