Pronovias Second Life: concedi una seconda giovinezza al tuo abito da sposa

Il momento più emozionante della preparazione di un matrimonio è sicuramente la scelta dell’abito da sposa, sognato e immaginato sin da bambine. Mettendo però da parte l’aspetto romantico, c’è da fare una valutazione più brutalmente pratica. L’abito da sposa, per certi versi, rappresenta un notevole spreco di denaro che va ad incidere anche sullo sfruttamento eccessivo di materiali. Proprio per questo motivo è nato Pronovias Second Life.

Si tratta di un’iniziativa adottata da Pronovias, brand spagnolo famoso nel settore del bridal luxury, che come suggerisce il nome punta a regalare una seconda giovinezza all’abito da sposa. Perché utilizzare solo una volta il vestito nuziale, dopo averlo pagato tanti soldi?

Questa è la domanda che si è posto il brand spagnolo, che quindi ha avviato questo progetto importante anche in chiave etica e di sostenibilità.

Come funziona Pronovias Second Life?

Il funzionamento è molto semplice. Le sposine, dopo il giorno del fatidico sì, possono riportare l’abito in atelier che viene ridisegnato per essere utilizzato in altre occasioni, magari cerimonie importanti o matrimoni di amici e parenti.

Le trasformazioni vengono affidate ad Alessandra Rinaudo, Chief Creative Director di Pronovias, e dalla figlia Nicole Cavallo. Le spose possono scegliere i loro abiti presso i negozi Pronovias e Nicole Milano in Italia.

La trasformazione sartoriale è del tutto gratuita e le spose possono indossare il loro prezioso abito ogni volta che lo desiderano.

La svolta etica del mercato del wedding

Pronovias Second Life nasce come risposta alle esigenze di sostenibilità del settore wedding, una necessità che si è rafforzata e sviluppata soprattutto nel periodo di pandemia.

Si è trattato di un momento sicuramente buio, ma che ha spinto le persone a riflettere maggiormente. Così è esplosa la moda “green”, anche per gli abiti da sposa, improntata ad una maggiore circolarità dell’industria del fashion.

Secondo uno studio il 65% delle persone ha intenzione di acquistare capi più duraturi, proprio per ridurre il loro impatto ambientale.

La cosiddetta moda etica è una tendenza che continuerà a persistere anche negli anni futuri, preservando il pianeta più a lungo per le generazioni future.

Le parole dei manager di Pronovias: “L’ecosostenibilità è il futuro del settore wedding”

Amandine Ohayon, Ceo di Pronovias Group, ha dichiarato che la circolarità non è certo una caratteristica del settore wedding. Il progetto di Pronovias Second Life va quindi nella direzione opposta, apportando innovazioni fondamentali che mirano a spronare l’intero settore verso maggiori standard di sostenibilità.

Proprio la sostenibilità, secondo la Ohayon, è la chiave del futuro. Pronovias si propone quindi come un brand pioniere, che faccia da apripista per una moda wedding più “green” e circolare.

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandra Rinaudo che, pur sostenendo l’importanza del progetto in chiave ecologica, sottolinea anche i benefici in termini di praticità.

Per la Rinaudo è una grande emozione vedere un abito da sposa, realizzato con grande passione e cura dei particolari, entrare stabilmente nel guardaroba di una donna che può riutilizzarlo anche altre volte.

Le stesse spose possono essere sempre alla moda, rispettando e preservando l’ambiente circostante.

Sempre più influencer sostengono il progetto Pronovias Second Life

Il progetto Pronovias ha raccolto grandi consensi anche tra importanti influencer di fama mondiale. Sono almeno 7 le influencer che, sui loro profili, suggeriscono i migliori outfit da sfoggiare dopo la trasformazione dell’abito.

Tra questi Cristina Musacchio e Arianna Cirrincione in Italia; Iga Wysocka nel Regno Unito; Julia Friedman in USA; Julia Mateian e Alexandra Zimny in Francia; Iera Gonzalez in Spagna.

Second Life è solo una delle tante iniziative “green” di Pronovias, un brand sempre più attento alle esigenze del pianeta. Tra queste da ricordare #WeDoEco, che propone abiti realizzati in materiali ecologici al 100%, in molti casi prodotti localmente, che riducono notevolmente le emissioni di carbonio.

Foto: Twitter

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