Ogni matrimonio ha il suo stile, il suo tema. Per un ricevimento elegante e raffinato, la musica classica è quasi d’obbligo: un quartetto d’archi, pianoforte a coda, arpa e flauto, suonati da maestri in abito lungo e smoking. L’utilizzo di strumenti musicali stranieri è un’alternativa, per chi vuole lasciare a bocca aperta parenti e amici. Dall’Estremo Oriente possiamo importare una combinazione di suoni fortemente evocativa, mescolando lo Shakuhachi, un flauto dritto creato con una canna di bambù, e il Koto, una particolare cetra.
Un dolce suono, un po’ nostalgico, richiama alla mente un passato che non c’è più. Battaglie d’onore e saldi ideali. Non a caso, ritroviamo lo Shakuhachi nelle colonne sonore di film come Braveheart, L’ultimo samurai e Jurassic Park. Mentre le corde del koto – pizzicate da una suonatrice, inginocchiata e fasciata in un colorato kimono – trasportano tutti in un giardino verde, sotto un albero di ciliegio in fiore.
Dalla fredda Europa del nord, possiamo prendere in prestito l’arpa celtica – strumento nazionale irlandese – dal taglio classico, dalle forme essenziali o finemente decorate. Capace di regalare un’armonia suggestiva, arricchita dall’essenza di leggende e racconti fantastici. Ma non lasciatevi ingannare dai nomi classici di questi strumenti. Tutti si prestano volentieri a rivisitazioni di pezzi pop e rock, danno vita a melodie affascinanti e inattese e rendono unico il giorno dello straordinario sì.