Cosa accade se, per qualche motivo, dopo la promessa non si arriva al matrimonio? È opportuno precisare che la promessa di matrimonio è una libera dichiarazione, non obbliga a contrarre le nozze. L’art. 79 del codice civile, infatti, garantisce la massima libertà del consenso delle parti, sino al momento della celebrazione. Non obbliga neanche a risarcire, in caso di mancato matrimonio, la parte lesa, se non per quanto previsto dagli articoli 80 e 81 del codice civile.
Mancato matrimonio e risarcimento danni
Il risarcimento danni da un mancato matrimonio è limitato al solo danno materiale: le spese fatte e le obbligazioni contratte, sono esclusi i danni non patrimoniali. È opportuno sapere che dopo la rottura – di sicuro drammatica per entrambi -, ciascuno dei due ex fidanzati, può chiedere la restituzione dei doni fatti al partner.
Il risarcimento del danno, invece, spetta a chi si è visto opporre il rifiuto ingiustificato alle nozze. Ma anche a chi ha manifestato il proprio rifiuto alle nozze, per causa del comportamento dell’altro. Un esempio è la scoperta di un tradimento.
Su tale questione è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, con la recentissima sentenza n. 20889 del 15 ottobre 2015. Ha meglio precisato il principio secondo cui “chi non riesce a dare una valida motivazione della scelta di rompere la promessa di matrimonio, è tenuto a risarcire i danni”.
Ci sono anche situazioni che non danno seguito ad alcun indennizzo, come la persistente mancanza di una stabile occupazione. È infatti possibile chiedere il risarcimento entro un anno dalla rottura della promessa.
Come dicevamo in precedenza ci si può far rimborsare tutte le spese già effettuate: il viaggio, la cerimonia nuziale, l’abito di nozze, l’acquisto di oggetti destinati a servire per l’occasione o per l’arredo della casa. I conti si fanno più salati se l’appartamento coniugale è stato acquistato insieme, o se avete sottoscritto un mutuo per tale scopo.
Probabilmente, però, la soluzione a un tale sgarro, assai più chic, è devolvere tutto in beneficenza. Un gesto utile a compensare il vuoto assoluto di sentimenti, che sembra aver ingoiato l’amore che solo poco fa aveva dato vita a promesse per l’eternità.